Il Coronavirus ha suscitato in noi molte emozioni diverse, in primis paura e ansia generalizzata, ma anche disorientamento per la perdita temporanea delle nostre abitudini durante la quarantena, senso di isolamento e solitudine. In una situazione come questa un supporto psicologico può risultare vitale.
Abbiamo parlato con la psicologa e psicoterapeuta dott.ssa Veronica Leva, per capire come ha affrontato questo periodo ed in che modo è riuscita ad essere presente con i suoi pazienti, nonostante la distanza fisica.
“All’inizio è stato piacevole stare a casa , riscoprire le piccole cose della vita quotidiana che di solito la frenesia di prima ci aveva fatto completamente perdere di vista, prima fra tutte la bellezza di poter passare del tempo con i propri figli. Poi è arrivata la preoccupazione, non tanto per la paura di ammalarsi ma per il lavoro, che inevitabilmente ha subito un forte calo.”
“Dal punto di vista personale c’è stato un netto miglioramento, lo stare di più insieme aiuta a riscoprire l’importanza delle piccole cose ma aumenta anche le frustrazioni del dover condividere 24 ore su 24 gli stessi spazi senza possibilità di evasione.”
“Nel lavoro invece gli appuntamenti nella fase iniziale si sono dimezzati perché molti pazienti non hanno aderito all’inevitabile proposta di proseguire le sedute in videochiamata.”
“Dal punto di vista qualitativo però mi sono dovuta ricredere. Credevo che la videochiamata potesse invalidare il lavoro o comunque influenzare negativamente il rapporto, invece devo ammettere con sorpresa che questo non è accaduto.”
“Ho riservato una parte della casa a “studio” per cercare di non essere disturbata durante le sedute. All’inizio utilizzavo le videochiamate di Whatsapp, poi ho trovato un portale interessante che mi permette di creare una “stanza di terapia“, una ritualità che ricorda la normalità, per esempio il paziente per entrare in video deve bussare.”
“Sinceramente credo che se tutti entrano nell’ottica che si può fare terapia anche attraverso uno schermo questo periodo sarà stato utile ad aprire nuove prospettive lavorative che tutto sommato non mi dispiacciono. Per il momento stiamo ancora un po’ acerbi per questo ma credo che il terreno sia fertile.”
“Lo stare a casa e quindi avere più tempo mi ha permesso di dare attenzione a progetti fermi da tanto tempo… tipo scrivere articoli da pubblicare sul blog del mio sito web.”
“Il cambiamento inevitabilmente modificherà le nostre abitudini. Il tornare alla normalità credo sarà estremamente lento (sempre che torneremo alla normalità di prima) quindi le nuove situazioni avranno modo di sedimentare e diventare le nostre nuove abitudini.”
“Personalmente non credo che da subito tornerò a lavorare a studio ma continuerò a mantenere la modalità di smartworking. Questo porta con sé la necessità di continuare ad investire sui canali digitali molto più di prima.”
In un nostro precedente articolo (Marketing e pubblicità ai tempi dei Coronavirus), abbiamo sottolineato l’importanza di non restare fermi in attesa che tutto sia passato, al contrario reagire, cercando idee, modificando piani e costruendo strategie per il futuro. La dott.ssa Leva si è dimostrata una professionista attenta al cambiamento e propensa a rivedere il proprio modo di lavorare.
Lo scetticismo iniziale sull’utilizzo della videochiamata per fare terapia, ha lasciato spazio alla sorpresa. Lo schermo non ha invalidato il lavoro, anzi è stato un validissimo supporto per rimanere a contatto con i pazienti in un momento così delicato. Considerando queste premesse, anche per una professione come quella dello psicologo, continuare ad investire sui canali digitali risulta fondamentale.